Questo articolo è suddiviso in due parti e nella seconda parte ospita uno splendido pezzo, sulla sprezzatura scritto da Antonio Nasca (lo conoscerai meglio più avanti), che nel percorso della sua vita ad un certo punto ha incrociato la sua strada con quella di personaggi illustri dello stile maschile.
In questo articolo leggerai:
- una domanda insolita che ultimamente mi sono sentita fare
- le domande che non devi farti se vuoi fare evolvere il tuo stile
- la componente più importante e sottovalutata che mette in discussione tutte le regole
- sprezzatura come arte
- sprezzatura come trend travestito da "eleganza"
Alcune delle domande che mi vengono fatte più spesso sono sicuramente: ” Con cosa posso abbinare questo, che colore va con quello….”
Ma oggi c’è un’altra domanda in forte crescita (che mi terrorizza): “come si fa a inserire un errore nell’outfit!!
Aiuto!
Se le risposte alle prime non vi portano da nessuna parte, cioè non vi faranno mai evolvere in termini di stile personale, la seconda è sintomo di una moda che viene proposta come “Eleganza Maschile”
Giovedì scorso 12 ottobre 2017 in una mia diretta live durata tre ore, trasmessa all’interno del mio gruppo Facebook, ho spiegato ai ragazzi/uomini che finché faranno domande del tipo: “con cosa posso abbinare questo, o con quale colore va quell’altro” il loro stile non potrà evolvere poichè si stanno preoccupando delle cose sbagliate.
Vuoi vedere la registrazione della diretta? Tre ore di coaching di alto livello (del tutto gratuito) che è stato molto apprezzato dai membri del gruppo come puoi vedere qui sotto da alcuni commenti.
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Bisogna cambiare approccio, bisogna cambiare metodo.
Purtroppo l’uomo moderno ha un approccio sbagliato al suo abbigliamento. oserei dire quasi femminile. Si pone domande sbagliate, quelle che per anni – nel corso dei quali ha continuato a pensare a tutto, meno che a quello che indossava – sentiva dire dalle mamme o leggeva su riviste di moda, poiché fino a pochi anni fa, la moda era un argomento tabù per gli uomini.
Ed anche in internet la tendenza è questa: “abbina questo con quello, compra questo se vuoi esser elegante” ecc. ecc. Per gli uomini non deve funzionare così, specialmente se sono all’inizio.
Possono andare bene ad utenti già avanzati, coloro che hanno sviluppato un senso del gusto e dello stile, ma pericolosi per un uomo poco esperto, in quanto viene portato a pensare che essere eleganti sia solo una questione di abbinamenti giusti.
E’ una componente, ma non è sufficiente.
L’abbigliamento maschile nasconde insidie, ed è già piuttosto complicato, perché complicarlo ulteriormente?
Prima di pensare a quale pochette indossare, accertati di indossare capi che abbiano una forma ed un aspetto decente anche qualitativamente parlando, che rispettino le giuste proporzioni e che ti diano l’aspetto di un uomo sicuro ed autorevole, anche quando vesti informale, adeguati al contesto ed al tuo stile di vita.
Saper riconoscere l’aspetto della qualità, ad esempio, è importante per non indossare capi dall’aspetto terribilmente scadente, che con l’aggiunta della pochette ti faranno apparire come il contadino vestito per la festa del villaggio della domenica. (e per non farti rapinare i soldi comprando un capo che non li vale.)
Sono tante troppe le variabili in gioco per ridurre tutto a: questi pantaloni vanno con quelle scarpe, quel colore di giubbotto, va con quel colore di camicia.
Sì, esistono delle linee guida di base, ma bisogna considerane, forma, texture, tessuti, materiali, accessori coinvolti e più importante il disegno finale che andrete a comporre che deve armonizzare con la vostra persona/personalità e con l’ambiente circostante.
Per cui alla fine un consiglio di questo genere: indossa quello con questo, diventa un consiglio del tutto soggettivo, e magari potrebbe non funzionare su di voi.
La Componente Sottovalutata Nell’Abbigliamento Maschile
Inoltre esiste una componente sottovalutata nell’eleganza maschile che non ha nulla a che fare con il modello, il tessuto o il colore che indossi. Non ha niente a che fare con abiti, scarpe, cappelli o cravatte e nemmeno con alcuni clichè (tipo cintura uguale alle scarpe ecc).
Infatti, quello che indossi, diventa alla fine molto meno importante di come lo indossi, di chi sei, che cosa vuoi esprimere, dove vivi e con chi vivi.
E questo è ancora uno scoglio da superare per alcuni uomini, fermi allo stile da principiante, che seguono solo i clichè e si accontentano di leggere o avere consigli rapidi, poichè il più delle volte veloci, gratuiti o a basso costo, accontentandosi così di ancorarsi ad uno stile mediocre, senza mai fare il balzo avanti.
Ogni regola, ogni consiglio vanno intesi come il livello minimo dal quale partire.
DETTO QUESTO:
A complicare le cose è arrivata alla massa lei: la sprezzatura, un’arte sconosciuta fino a ieri ai più e che oggi è praticata (male) da molti.
Alcuni uomini che ancora non hanno sviluppato un proprio stile personale, che vestono a clichè, desiderano ardentemente inserire ANCHE un errore nei loro outfit.
La Parte Buona Della Sprezzatura
Per chi ancora non fosse al corrente di cosa significhi, una breve definizione che ben rispecchia il senso, Questa definizione l’ho trovata nei miei appunti presi negli anni e purtroppo non sono riuscita a risalire alla fonte, nel caso qualcuno la conoscesse, sarò ben lieta di dare i giusti credits.
Possiamo chiamarla nonchalant, eleganza senza sforzo. E’ un deliberato proposito di apparire naturale, elegante ma indifferente.
Non è altro che la capacità di generare quell’armonia, senza far minimamente trasparire lo sforzo ad essa sotteso. A quel punto, ogni variazione diviene elemento caratterizzante.
Mi sembra quindi piuttosto chiaro ora: si tratta di quell’errore (di stile) che fa capolino da un outfit che sarebbe altrimenti troppo perfetto.
La sprezzatura fa in modo che non sembriate troppo perfetto e costruito. Quando si intuisce che per comporre il vostro outfit abbiate passato un’ora davanti allo specchio prima di uscire, di fatto, si rovina il vostro stile.
Infatti, non si dovrebbe impiegare più di qualche minuto per vestirsi o per scegliere cosa indossare.
Se lo fai, e ancora ti chiedi: “posso abbinare questo con quello” – Posso abbinare quel colore di scarpe a quel colore di bretelle”… vuol dire che hai molta strada da percorrere prima di poter diventare disinvolto, e indossare qualcosa fuori “regola”.
Devi prima arrivare alla comprensione di come creare le tue personali regole, con stile e classe, ma tue!
(Nota: Se vuoi passare da principiante a Pro e non ti vuoi più accontentare del consiglio generico, ma creare le tue regole personali con stile e classe, dai un'occhiata qui e guarda il breve video di presentazione "Stile Strategico" . Potrebbe fare al caso tuo
Ok, Simonetta ma vorrei capire meglio….nello specifico, fammi un esempio pratico di “errore”….
Ti accontento subito. Ti elenco brevemente quali sono quelli più usuali:
- Eccentricità Sentimental (vecchia cintura un po' scorticata di tuo nonno , un foulard della nonna indossato come pochette…),
- Un libro o un giornale e un paio di guanti nella tasca della giacca o cappotto
- Arrotolare le maniche delle giacche
- Un lato del colletto della camicia perfettamente a posto e l’altro di sghimbescio
- Una punta del colletto button-down abbottonata e l’altra no
- Polsini della camicia slacciati
- Pantaloni eleganti con passanti indossati senza cintura
- Indossare il gilet con la cintura
- Il codino della cravatta che spunta oltre la punta davanti
- La lunghezza della cravatta che oltrepassa la cintura
- Scarpe leggermente infangate
- Camicia dal colletto o polsini consumati
- ecc.ecc.
Ah, ecco Simonetta, praticamente come mi vesto io tutti i giorni 🙂
A parte gli scherzi, comprenderai che alcuni di questi se non vengono eseguiti con assoluta maestria su di uno stile ineccepibile ti possono trasformare in uno sciattone. Un conto è indossare un paio di scarpe lussuose del miglior artigiano al mondo, leggermente infangate, un altro è indossare scarpe “normali” o peggio a buon mercato, leggermente infangate….
Nel primo caso potrebbe essere sprezzatura, nel secondo caso è 100% sciatteria!
Ma su di un uomo dall’eleganza ineccepibile, una di queste cosucce aiuta a renderlo meno artefatto, soprattutto se anche il portamento ed i modi di chi lo indossa, sono eleganti.
Questi particolari aggiungono un tocco di trascuratezza ad un abbigliamento altrimenti irreprensibile. Bisogna aggiungere un pecca affascinante
Se non c’è niente di sbagliato , avete sbagliato qualcosa.
Queste imperfezioni devono aumentare man mano che il livello di eleganza cresce.
Ed è questo il punto, se rileggete quanto ho scritto sopra:
imperfezioni che devono aumentare man mano che il livello di eleganza cresce.
Il problema che questi “errori” vengono evidenziati molto spesso su outfit del tutto ineleganti o semplicemente nella media da uomini ineleganti o nella media.
"La vera eleganza non si può ottenere se non attraverso la personalità, e questa se non con ingegno, studio, cultura, senso giusto della forma e del colore, intenzionalità, raffinatezza ed esperienza estrema e complessa"
Filippo De Pisis - Adamo o dell'eleganza
Sprezzatura Come Trend
Oggi la sprezzatura si è trasformata in un trend di massa. Tutti fanno a gara a chi fa l’errore più evidente e grossolano!
Se ancora non hai compreso cosa significhi la vera eleganza maschile, che va al di là di mettere due capi che funzionano insieme, perché mai dovresti inserire volute imperfezioni, (su di un outfit già di fatto imperfetto )?
Parlando di questo con uno dei membri più avanzati in fatto di eleganza e buon gusto all’interno del gruppo FB, ne è uscito uno stupendo articolo (destinato all’inizio solo ai membri), scritto proprio da lui, Antonio Nasca, che avendo conosciuto illustri personaggi dello stile maschile partenopeo, fa un chiaro quadro sulla sprezzatura di ieri, e la pseudo-sprezzatura di oggi, a Napoli.
Lo voglio condividere con te perchè sono sicura che lo apprezzerai!
Scritto Da Antonio Nasca:
...e per dir forse una nuova parola, usar in ogni cosa una certa sprezzatura,
che nasconda l'arte e dimostri ciò che si fa e dice venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi.
Da questo credo io che derivi assai la grazia.
Così scriveva, nel lontano 1528, Baldessar Castiglione nel suo "Il Libro del Cortegiano", tempi assai lontani ma concetti quanto mai attuali.
Qui Simonetta, la nostra superba guida, ci parla di stile, di quella eleganza da seguire per avere un aspetto, e non solo quello, impeccabile, di classe, per non sfigurare e sappiamo che questo ci porta una serie di benefici a cascata tutti da tenere in conto.
Andiamo da una maggiore autorevolezza che acquisiremo con clienti e colleghi, a una maggiore attrazione nei confronti delle dolci donzelle. Ma soprattutto, ultimo ma forse vantaggio principale, acquisteremo una maggiore autostima.
Alla domanda come si fa a vestire con sprezzatura, Simonetta ha risposto che prima di preoccuparsi di questa sarebbe opportuno chiedersi cosa vuol dire essere elegante per un uomo. Quando si diverrà veramente eleganti solo allora ci si potrà preoccupare di inserire "l'errore".
Per questo oggi voglio parlarvi di sprezzatura
Ho avuto la fortuna di incrociare le mie strade con personaggi illustri dello stile maschile partenopeo e ciò che mi ha colpito da subito era la naturalezza con cui riuscissero a portare un abito sartoriale da migliaia di euro come se avessero indossato la prima cosa trovata nell'armadio.
Gente capace di presentarsi a un matrimonio con un perfetto Tasmania antracite, una cravatta da favola, pochette o fiore all'occhiello e...camicia a quadretti rossi e/o scarpe color cuoio.
Napoli è una città strana, dove le differenze sono sempre accentuate, dove lo stile o è perfetto o è da perfetti buzzurri.
E lo stile perfetto è anche quello che viene interpretato con grande personalità. Ovviamente non è da tutti. Bisogna anzitutto sapere le regole. Abituare il proprio occhio a guardare, e non solo a vedere, l'armonia.
Conoscere se stessi e l'immagine che si vuole dare. Guardarsi attorno e carpire segreti, idee. Essere creativi e rigorosi ad un tempo. Abituare il proprio corpo a muoversi con grazia e nonchalache sempre, ad una serata a teatro, come ad un picnic a pasquetta.
A Napoli c'è stato un periodo dove indossare una camicia bianca era da neofita (dello stile), mettere un paio di scarpe nere, se non in occasioni ufficiali, idem.
Chi masticava stile da sempre poteva permettersi di infrangere le regole e, spesso, esistevano (nuove) regole non scritte che infrangevano le vecchie senza diventare esse stesse regole, pena decadere a loro volta.
Ho visto persone, uomini, di eleganza straordinaria vestire scarpe fuori posto, camicie a quadretti a un matrimonio, impermeabili di gran marca lisi e buttati sulla spalla come fossero straccetti ma trasformarsi in damerini perfetti, senza una virgola fuori posto, in smoking per una prima al San Carlo.
All'inizio immaginavo storie familiari dove l'eleganza, lo stile era di casa, tramandato di padre in figlio ed effettivamente in tanti casi era così poi ho capito che anche questa eleganza, questo stile talmente elegante da potersi permettere “l'errore” lo si poteva imparare.
Bisognava studiare, esercitarsi, ma “si... può... FARE!!!”
Per me, per quanto ho imparato, la sprezzatura è questa. Questa noncuranza, questa arte di fare e dire (e vestirsi) “che nasconda l'arte e dimostri ciò che si fa e dice venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi.”
Oggi, purtroppo, vedo sempre più atteggiamenti portati all'estremo, esasperazioni di ogni cosa.
Così anche la sprezzatura è diventata una moda e, come tutte le mode, senza stile.
Oggi vediamo bermuda con le pumps, cravatte che arrivano al cavallo, colletti morbidi che si girano talmente all'insù da sembrare ali... Il piccolo particolare fuori posto, è diventato una esagerazione e, da sottile eleganza, siamo passati a tale ostentazione dell'errore da raggiungere spesso la pacchianeria o la sciatteria.
Oggi forse la vera sprezzatura è essere quasi perfetti, giusto quel particolare talmente minimo che sembrerà davvero un piccolo errore, un qualcosa capitato per caso, per una distrazione o la fretta...ma che è stato studiato davanti allo specchio con pazienza e arte.
Oggi a Napoli sono riapparse le camicie bianche e le scarpe nere.
Antonio Nasca - Artista - Fotografo - Skipper per hobby
Conclusione
Molti dei tuoi outfit o capi che indossi saranno imperfetti, ma finché li indossi con sicurezza, in pochi si accorgeranno di questo, anzi nel caos totale di oggi probabilmente penseranno che tu sia un maestro di sprezzatura 🙂
Siate voi stessi, l’unico ed il solo, e se riuscirete a raggiungere questo obiettivo sarete ricordati ovunque andiate.
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6 Comments
Marco S
21/11/2017Ciao Simonetta, innanzitutto complimenti per lo splendido articolo, che ho avuto modo di leggere solo ora (con un po’ di ritardo rispetto alla pubblicazione) ma che ho trovato subito interessante ed esplicativo!
Vorrei poi, se possibile, esporti un dubbio/problema al quale finora non sono riuscito a trovare soluzione in rete… ti conosco solo da poco, quindi mi scuso se dovesse essere una domanda già posta.
Ovunque leggo che la cravatta dovrebbe arrivare sopra la cintura.
Nel mio caso, però, essendo piuttosto basso, per quanto perfetti e corposi possano essere i nodi che faccio, non riesco mai a fare in modo che non raggiunga almeno la cintura (se non addirittura che vada leggermente sotto).
Esiste un modo per ovviare a questo “inconveniente”?
Grazie mille, e ancora complimenti per lo splendido lavoro che stai facendo
Simonetta Zamperlini
17/01/2018Ciao Marco. Probabilmente fai nodi troppo grandi, e se non sei molto alto te lo sconsiglio vivamente. Prova con un nodopiù sottile tipo Four in hand. che ti mangia meno tessuto. Anche la consistenza della cravatta ha il suo peso nella realizzazione del nodo e quindi poi della lunghezza totale della cravatta annodata. Esistono tanti tutorial in rete che ti fanno vedere gli esatti passaggi e le lunghezze delle due pale nell’atto iniziale. Vedrai che se fai nodi più piccoli e ti attieni a qualche tutorial riuscirai. E’ solo una questione di pratica. SZ
luca
20/10/2017Ciao Simonetta complimenti per l’articolo,molto interessante e spiegato molto bene come sempre.Io non amo particolarmente la sprezzatura, ho nell’armadio una camicia bianca con il collo ormai rovinato dai lavaggi e l’usura che la barba fa, stavo per buttarla via ma la potrei mettere come hai scritto nell’articolo come sprezzatura. No No la butterò, meglio una nuova non consumata…mi sento più a mio agio. saluti e un abbraccio. Luca
Simonetta Zamperlini
22/10/2017Grazie Luca come al solito 🙂 – Si forse è meglio che la butti altrimenti taglia via il colletto e fanne una coreana :-). SZ
Guido
19/10/2017Semplice e geniale
Simonetta Zamperlini
19/10/2017Grazie Guido. Apprezzo molto :-). A presto Simonetta